Psicoterapia o Pratica Filosofica

Chi si avvicina alla pratica filosofica potrebbe pensare che essa sia una variante della psicologia. Tuttavia, la differenza tra le due discipline è profonda e riguarda non solo gli obiettivi, ma soprattutto il metodo.

Medico o personal trainer?

Immaginiamo di paragonare uno psicologo a un medico e un filosofo a un personal trainer. Lo psicologo si occupa di identificare e curare problematiche che possono influire negativamente sul benessere mentale della persona. Il praticante filosofico, invece, si concentra sul potenziamento delle capacità di pensiero critico e decisionale, aiutando l’interlocutore a raggiungere una maggiore consapevolezza di sé e delle proprie scelte

In un contesto aziendale, questa differenza è cruciale. Un manager potrebbe rivolgersi a uno psicologo per affrontare lo stress dei dipendenti o i conflitti interpersonali. Ma contatterebbe un praticante filosofico per lavorare su questioni di leadership, etica aziendale o definizione di strategie. La pratica filosofica non mira a curare, bensì a stimolare la riflessione critica, smascherando incoerenze e contraddizioni nel ragionamento.

Esempio pratico: la gestione del conflitto

Prendiamo il caso di un conflitto in azienda. Lo psicologo potrebbe lavorare con le persone coinvolte per analizzare le emozioni sottostanti e ridurre il carico emotivo. Il praticante filosofico, invece, porrebbe domande provocatorie. Da un lato per aiutare le parti a chiarire i loro valori e le loro motivazioni; dall’altro portando alla luce eventuali incoerenze nei loro argomenti. In questo modo i meccanismi di autosabotaggio che probabilmente si sono innescati possono venire alla luce.

Ad esempio, se un dipendente sostenesse di voler essere trattato con rispetto, il praticante filosofico lo spingerebbe a riflettere sulla propria affermazione. Gli chiederebbe innanzitutto se è autentica, se cioè la mancanza di rispetto non sia fondata. Oppure gli chiederebbe che fa per guadagnarsi il rispetto che reclama. O ancora se pensa che il rispetto sia un valore condiviso in quel contesto, in quali comportamenti si traduce il valore del rispetto.

Questo approccio aiuta ad esaminare la realtà del conflitto e le sue condizioni di possibilità. In questo modo è possibile sciogliere i conflitti fino alla radice, promuovendo un cambiamento duraturo nel modo di pensare e agire.

Un approccio attivo e pragmatico

Un altro punto di distinzione riguarda l’atteggiamento verso il cambiamento. La psicologia spesso lavora su processi interni ed emozionali e richiede tempo per ottenere risultati duraturi. La pratica filosofica, invece, è più immediata e diretta. Durante una sessione, il praticante filosofico sfida l’interlocutore a rispondere a domande a volte fondamentali a volte e provocatorie. Così l’interlocutore è condotto a mettere in discussione le proprie convinzioni e a prendere decisioni più consapevoli.

Conclusione

La pratica filosofica, quindi, non è una terapia, ma uno strumento di crescita intellettuale e professionale. In ambito aziendale, essa si rivela particolarmente efficace per affrontare questioni strategiche, etiche e decisionali. Come un personal trainer del pensiero, il praticante filosofico aiuta le persone a potenziare le proprie capacità critiche e le porta a essere più consapevoli, coerenti e decisive.