Racconti Soufi e Leadership
Le favole insegnano. Gli insegnamenti che traiamo dalla storia Sufi “I Tre Consigli” si possono trovare anche in Jack Welch, scrittore brillante e candido, ex CEO di General Electric.

Il lavoro sui racconti si pone come una pietra angolare della formazione filosofica. Questa attività multiforme comprende varie metodologie, una delle quali è l’ermeneutica—l’arte dell’interpretazione. Questo processo cognitivo permette agli individui di interiorizzare e derivare significato da diversi stimoli, come situazioni, comportamenti o testi. L’ermeneutica richiede un delicato equilibrio tra oggettività, che ancora l’analisi all’oggetto stesso, e soggettività, che incoraggia la riflessione e la comprensione personale.
I racconti popolari, con la loro natura aneddotica e l’incarnazione della saggezza tradizionale, sono particolarmente adatti alla pratica ermeneutica grazie alla loro intrinseca apertura e capacità di supportare molteplici prospettive.
La storia Sufi “I Tre Consigli” è stata al centro di un workshop sulla leadership che ho condotto, durante il quale sono stati analizzati gli insegnamenti sulla leadership contenuti nella storia e messi a confronto con le intuizioni di Jack Welch.
La storia ruota attorno a un cacciatore che cattura un uccellino, e l’uccellino offre tre consigli in cambio della sua libertà. Il cacciatore accetta, ma alla fine non riesce a interiorizzare i consigli, rivelando la sua miopia e incapacità di apprendere. [storia completa in fondo].
Ora, estraiamo potenziali caratteristiche di leadership da questa storia e cerchiamo di validarle utilizzando i principi di Jack Welch:
L’Importanza di Non Rimuginare sulle Perdite e Andare Avanti
Il primo consiglio dell’uccellino, “Se perdi qualcosa, anche se la desideri quanto la tua vita, non rimpiangere mai la sua perdita”, richiama l’enfasi di Welch sull’abbracciare il cambiamento e non farsi trattenere dal passato.
Welch, in Winning, discute della necessità per i leader di “andare avanti” anche dopo decisioni difficili che potrebbero generare lamentele e resistenza. “Non rimuginare o intestardirsi”. Questo si allinea con il consiglio dell’uccellino contro il rimpianto. Il rimpianto può paralizzare l’azione e ostacolare la capacità di un leader di prendere decisioni future in modo efficace.
Inoltre, la strategia di Welch “Sistema, Chiudi o Vendi”, descritta nel Lexicon of Leadership, sottolinea questo punto. Welch era disposto ad abbandonare le attività poco performanti, persino quelle “sacre” come GE Housewares, dimostrando un certo distacco emozionale dai progetti passati che non servivano più al futuro dell’azienda. Adottò un “approccio darwiniano”, in cui le attività dovevano prosperare o essere scartate. Questa azione decisiva, basata su una valutazione obiettiva anziché su legami storici, rispecchia il consiglio dell’uccellino di non indugiare nel rimpianto per le opportunità perse. Welch credeva nel “fronteggiare la realtà” e nel prendere decisioni difficili basate sui fatti, “e non su false percezioni o sulla storia dell’azienda”.
La Necessità di un Processo Decisionale Basato sulle Evidenze e del Pensiero Critico
Il secondo consiglio dell’uccellino, “Quando senti qualcosa che va contro il buon senso, non crederci mai senza aver ricevuto prove”, è perfettamente in linea con l’enfasi di Welch sul candore, l’indagine e la messa in questione delle supposizioni.
In Winning, Welch incoraggia i leader a “indagare e spingere con una curiosità che sfiora lo scetticismo, assicurandosi che le loro domande trovino risposta con azioni concrete”. Credeva che un leader dovesse sentirsi a proprio agio nel “sembrare la persona più ignorante nella stanza”, ponendo costantemente domande come “E se?”, “Perché no?” e “Come mai?”. Questo incessante interrogarsi ha lo scopo di scoprire la verità e garantire che le decisioni siano basate su prove concrete, piuttosto che su cieca fiducia o supposizioni comuni. Il monito dell’uccellino di non credere a cose contrarie al buon senso senza prove è esattamente il tipo di mentalità che Welch incoraggia nei suoi leader.
Inoltre, Welch sottolinea l’importanza del “pensiero critico e della disciplina”, un aspetto sviluppato attraverso la formazione Six Sigma. Il metodo Six Sigma, infatti, è una metodologia basata sui dati, finalizzata a individuare le cause profonde dei problemi e a realizzare miglioramenti basati su evidenze quantificabili, rafforzando ulteriormente la convinzione di Welch sulla necessità di pratiche decisionali basate su prove. Questo concetto rispecchia direttamente il secondo consiglio dell’uccellino.
L’immediata credulità del cacciatore di fronte all’affermazione dell’uccellino di possedere gioielli evidenzia il pericolo di accettare affermazioni straordinarie senza alcuna prova a supporto, una trappola che Welch avrebbe sicuramente consigliato ai leader di evitare attraverso un rigoroso processo di interrogazione e analisi.
Il Pericolo dei Pregiudizi e della Mentalità Ristretta
L’ultima osservazione dell’uccellino sul cacciatore, “Come la maggior parte degli uomini, resterai prigioniero dei tuoi pregiudizi e della tua mentalità ristretta”, riflette gli sforzi di Welch nel promuovere una “cultura dell’apprendimento” in GE. Questa cultura era aperta a nuove idee, indipendentemente dalla loro origine, e cercava attivamente le “Best Practices”, sia all’interno che all’esterno dell’azienda.
Welch combatté attivamente la “sindrome NIH (Not Invented Here)”, un atteggiamento di chiusura mentale e pregiudizio nei confronti delle idee esterne. Incoraggiò tutti a imparare e sviluppò meccanismi per diffondere le migliori idee in tutta l’organizzazione. GE arrivò persino a invitare “concorrenti” per formare i propri manager, dimostrando un forte impegno nel superare i pregiudizi e nell’abbracciare la conoscenza da qualsiasi fonte. Welch credeva che un presupposto fondamentale di una cultura dell’apprendimento fosse “Non abbiamo tutte le risposte”.
L’incapacità del cacciatore di comprendere il consiglio semplice ma profondo dell’uccellino, a causa del suo immediato rimpianto e della sua ingenuità, rappresenta proprio quei pregiudizi e quella mentalità ristretta che Welch cercava di eliminare nel suo approccio alla leadership. Al contrario, egli promuoveva l’apertura mentale e una costante sete di apprendimento e miglioramento.
Il Valore della Mentorship e della Guida
L’uccellino, offrendo “tre preziosi consigli che ti aiuteranno molto nella vita”, assume il ruolo di mentore o consigliere per il cacciatore. Questo si allinea con l’enfasi di Welch sul coaching, sullo sviluppo degli altri e sull’importanza dei mentori.
In Winning, Welch parla dell’importanza di “usare ogni incontro come un’opportunità per valutare, formare e costruire fiducia in se stessi”. Sottolinea inoltre il valore di cercare e apprezzare i consigli di diversi mentori, “rendendosi conto che i mentori non sempre sembrano mentori”. Lo stesso Welch ha avuto mentori durante tutta la sua carriera e ha compreso il valore della guida e del consiglio.
Il tentativo dell’uccellino di impartire saggezza al cacciatore, sebbene alla fine non abbia avuto successo a causa delle mancanze di quest’ultimo, riflette il ruolo che un leader o un mentore può svolgere nel fornire preziosi spunti e nel guidare gli altri verso decisioni migliori e un approccio più efficace alla vita e al lavoro. L’importanza che Welch attribuiva al “far crescere gli altri” come responsabilità primaria di un leader si collega direttamente all’atto di fornire guida e mentorship.
Le Conseguenze di Ignorare Buoni Consigli e la Mancanza di Consapevolezza di Sé
L’incapacità del cacciatore di comprendere e mettere in pratica il primo consiglio dell’uccellino lo porta infine a sentirsi “furioso per essere stato ingannato” e a essere definito “stupido” dall’uccellino. Questo evidenzia l’importanza di ascoltare consigli validi e di possedere consapevolezza di sé, qualità che probabilmente Welch considerava fondamentali nei leader.
L’enfasi di Welch sul “fronteggiare la realtà” e sulla necessità per i leader di “vedere le cose per quello che sono” implica che coloro che non sono in grado o non vogliono riconoscere i propri limiti o che ignorano consigli preziosi difficilmente avrebbero avuto successo nella sua GE. Il passaggio immediato del cacciatore dall’essere destinatario di un consiglio utile al sentirsi vittima evidenzia una mancanza di consapevolezza di sé e una scarsa volontà di apprendere, qualità che sarebbero dannose in qualsiasi organizzazione.
I leader capaci di “ammettere gli errori” e “imparare da essi” sono apprezzati. La reazione del cacciatore dimostra invece l’opposto: un’esternalizzazione della colpa (vittimismo) e l’incapacità di riconoscere il proprio ruolo nel non aver colto i potenziali benefici della saggezza dell’uccellino.
Conclusione
Sebbene I Tre Consigli sia una semplice favola, diversi temi legati alla leadership entrano fortemente in risonanza con i principi sostenuti da Jack Welch. L’importanza di non soffermarsi sulle perdite, la necessità di un pensiero basato sulle evidenze, i pericoli del pregiudizio, il valore della mentorship e le conseguenze dell’ignorare consigli validi sono tutti elementi presenti nella storia che si allineano o forniscono un contrappunto alla filosofia di leadership di Welch. La saggezza dell’uccellino, sebbene rifiutata dal cacciatore, incarna molte qualità e insegnamenti che un leader nello stile di Welch probabilmente sosterrebbe.
La Consulenza Filosofica, attraverso dialoghi individuali o di gruppo, va oltre la semplice acquisizione di conoscenza dai testi. È un percorso esperienziale che favorisce lo sviluppo del pensiero critico e della consapevolezza di sé. Coinvolti attivamente nella riflessione ed esaminando le proprie convinzioni e supposizioni, i partecipanti intraprendono un processo trasformativo. Questo processo rispecchia il dilemma del cacciatore in I Tre Consigli, in cui si trova di fronte a scelte e alle loro conseguenze.
Nel contesto della Consulenza Filosofica, la storia funge da specchio, riflettendo i pregiudizi e le limitazioni dei partecipanti stessi. Attraverso un dialogo guidato, gli individui possono esplorare come potrebbero reagire in situazioni simili, rivelando le proprie tendenze verso il rimpianto, la credulità o la chiusura mentale. Questa maggiore consapevolezza di sé non è un semplice esercizio intellettuale, ma ha il potenziale di catalizzare la crescita personale e il cambiamento comportamentale.
Inoltre, la Consulenza Filosofica crea uno spazio in cui le persone possono confrontarsi con verità complesse e spesso scomode su se stesse e sul mondo. Le incoraggia a uscire dai loro schemi di pensiero abituali e a mettere in discussione le narrazioni dominanti che influenzano la loro comprensione della realtà. Questo può portare a un profondo cambiamento di prospettiva, permettendo ai partecipanti di vedere il mondo con occhi nuovi e di affrontare le sfide della vita con maggiore chiarezza e saggezza.
I Tre Consigli
Un giorno, un cacciatore catturò nella sua rete un piccolo uccello. Con sua grande sorpresa, la sua preda iniziò a parlargli e cercò di convincerlo a lasciarlo libero.
— Lasciami andare — disse l’uccellino —, cosa potresti fare con me? Non ti sarò di alcuna utilità! Sono così piccolo e magro che non troverai nulla da mangiare su di me. Ma se invece mi restituirai la libertà, ti darò tre preziosi consigli che ti saranno di grande aiuto nella vita.
L’animale propose inoltre di dare al cacciatore il primo consiglio mentre era ancora prigioniero, il secondo una volta liberato e posato su un albero, e il terzo quando avesse raggiunto la cima della montagna. Il cacciatore, un po’ perplesso ma vedendo che in fondo non aveva nulla da perdere, accettò la proposta e si affrettò a chiedere il primo consiglio.
Allora l’uccellino disse:
— Se perdi qualcosa, anche se lo desideri tanto quanto la tua stessa vita, non rimpiangerlo mai.
L’uomo rimase leggermente sorpreso dal consiglio, tuttavia liberò l’uccellino, che volò via e si posò su un ramo. Il cacciatore chiese quindi il secondo consiglio, e l’uccellino gli disse:
— Quando senti qualcosa che va contro il buon senso, non crederci mai senza averne ricevuto le prove.
Poi l’uccellino volò fino alla cima della montagna. Il cacciatore, incuriosito, lo seguì, ma prima che potesse chiedere il terzo consiglio, l’uccellino gli disse con tono provocatorio:
— Oh, misero uomo! Il mio corpo contiene due enormi e preziose gemme! Se solo mi avessi ucciso, ora saresti il felice possessore di un’immensa fortuna!
A queste parole, il cacciatore fu colto da un attacco di rabbia, furioso per essere stato ingannato e pensando alla ricchezza che gli era sfuggita. Con il volto triste, chiese comunque all’uccellino di dargli il terzo consiglio.
Ma l’uccellino si prese gioco di lui:
— Che sciocco che sei! Sei qui ad aspettare un terzo consiglio, quando non hai né compreso né ascoltato i primi due che ti ho dato. Ricorda! Ti ho raccomandato di non rimpiangere nulla, eppure già rimpiangi ciò che hai fatto con me. Ti ho consigliato di non credere a ciò che è contrario al buon senso senza prove, eppure credi senza dubbio che io abbia davvero due enormi gioielli nel mio magro corpicino. In un attimo, credi a qualsiasi cosa e ti lamenti di ciò che pensi di aver perso! Sei così sciocco! E non cambierai mai. Come la maggior parte degli uomini, rimarrai prigioniero dei tuoi pregiudizi e della tua mentalità ristretta.